le Conseguenze

Ma parlare di crisi climaltica è sicuramente un'esagerazione. In fondo la vita continua come prima.

O no?

la Salute

La crisci climatica ha un impatto diretto sulla salute umana e un impatto indiretto che passa attraverso tutte le consgeunze negative sull'ambiente e sui settori produttivi.

Le ondate di calore e le temperature elevate sono tra i rischi climatici con l'impatto maggiore in termini di mortalità e perdite economiche. In Trentino-Alto Adige, la durata delle ondate di calore è aumentata rapidamente, con un incremento del rischio, particolarmente accentuato nelle città più grandi, anche a causa di fattori demografici come l'invecchiamento della popolazione.
Le temperature elevate possono causare colpi di calore, disidratazione, crampi e aggravare malattie croniche preesistenti, portando a un potenziale sovraccarico dei sistemi sanitari, inclusi i servizi di pronto intervento e la capacità ospedaliera.
Possono anche aumentare il rischio di infortuni sul lavoro, specialmente in professioni fisicamente impegnative all'aperto.

Si stima che le temperature estreme dell'estate 2022 abbiano causato un elevato numero di decessi in Europa, con l'Italia al primo posto.

In Trentino, è stato osservato un aumento dei casi di borreliosi di Lyme e encefalite da zecche (TBE), in parte legato all'espansione dell'areale e all'attività delle zecche favorita dalle variazioni climatiche.
La diffusione verso nord di zanzare aliene invasive come la zanzara tigre e la zanzara coreana, favorita dalle temperature più miti, potrebbe aumentare il rischio di diffusione di malattie da esse trasmesse.
Ma non solo, l'aumento delle temperature può favorire la proliferazione di cianobatteri nelle acque, con produzione di cianotossine che rappresentano un rischio per la salute umana legato al consumo di acqua potabile e alla balneazione.

Temperature più alte ed eventi estremi influiscono sulla produzione alimentare e possono favorire la formazione di micotossine, la presenza di residui di fitofarmaci (a causa di modifiche nella pressione dei parassiti) e la diffusione di batteri patogeni negli alimenti, aumentando il rischio per la sicurezza alimentare.

le Risorse Idriche

Lo scarso innevamento invernale e la scomparsa dei giacciai e del permafrost diminuiranno la disponibilità d'acqua, specialmente nei mesi estivi, periodo in cui le necessità tenderanno ad aumentare, acuendo così i conflitti tra i diversi usi (idroelettrico, agricoltura, turismo, usi civili).

L'aumento dell'evaporazione dovuto alle temperature più elevate ridurrà ulteriormente l'acqua disponibile nel suolo, aumentando così i fabbisogni irrigui.

La scomparsa di parte dei laghi alpini avrà conseguenze pesanti sulla biodiversità e sull'ambiente.

L'acqua potabile diventerà una risorsa preziosa: ricordiamo come già nell'estate 2023 vi fosse il divieto di utilizzare l'acqua potabile per innaffiare orti e giardini.
Ma anche la produzione di energia idroelettrica potrà subire una riduzione significativa, dovuta alla minore disponibilità d'acqua.

l'Agricoltura

L'agricoltura è un settore di notevole importanza socio-economica per il territorio trentino, ma anche uno dei più vulnerabili agli effetti dei cambiamenti climatici. L'impatto sull'agricoltura è già osservabile, con potenziali ricadute future sul reddito e sulle scelte di produzione agricola, sui servizi ecosistemici e sull'intero ambiente.

Sia la vegetazione coltivata che quella spontanea si stanno progressivamente adattando alle temperature più elevate e in continua crescita.

L'anticipo delle fasi fenologiche delle colture (germogliamento, fioritura e maturazione), porta a una variazione dei tempi del ciclo vitale delle piante. Tutto ciò richiede un adeguamento delle tempistiche delle operazioni colturali (semina, trattamenti, vendemmia/raccolta) e può comportare significative modifiche qualitative per alcune colture e produzioni (in particolare vigneti e piccoli frutti), oltre ad esporre la piante a un maggiore rischio di gelate tardive. Studi specifici sulla vite in Trentino prevedono che la vendemmia potrebbe essere anticipata di circa due settimane in media nel periodo 2021-2050 rispetto al periodo storico 1961-1990, con un accorciamento dello scarto temporale tra i tempi di raccolta in montagna e in valle.

L'aumento delle temeprature comporta l'innalzamento degli areali di coltivazione ottimali per alcune delle colture chiave del territorio, spostandoli a quote più elevate rispetto al passato. Questa tendenza continuerà nei decenni a venire e potrà comportare una modifica dell'uso dei suoli alpini, in alcuni casi l'abbandono di alucni territori e l'espenasione verso l'alto in zone attualmente non coltivate.

Un'altra conseguenza di notevole impatto riguarda la maggiore diffusione di insetti e altri organismi patogeni con un conseguente aumento di fitopatie favorite anche dallo stato di stress idrico o termico delle piante a seguito di eventi meteorologici estremi.

l'Allevamento

Anche l'allevamento subisce l'impatto del cambiamento climatico, in modo diretto e indiretto.

La frequenza e l'intensità delle ondate di calore provoca stress nel bestiame, calo della fertilità, sistema immunitario meno efficente.
I cambiamenti climatici possono favorire la diffusione di vettori di malattie, come zecche e zanzare, rendendo più probabili anche nelle aree alpine patologie prima considerate esotiche

Gli effetti indiretti sono provocati dalla minore qualità e quantità di foraggio disponibile: eventi meteorologici intensi o periodi di siccità possono influire negativamente sia sui pascoli che sulle zone riservate alla fienagione.

L'innalzamento della temperatura delle acque ha consegunze negative sull'acquacoltura, diminuendo la produttvità, aumentando la mortalità dei pesci e permettendo la diffusione di nuovi patogeni.

il Turismo

La carenza di neve (copertura e spessore) e una stagione sciistica più breve potrebbero avere pesanti ricadute negative sull'intera filiera economica legata allo sci.

La scarsità di neve naturale, specie alle quote inferiori, potrebbe comportare maggiori richieste di acqua e di energia per l'innevamento artificiale da parte dei comprensori sciistici ed esporre i territori a conflitti per l'uso della risorsa idrica in periodi di magra o siccità invernale.

Uno studio della Banca d'Italia indica una correlazione statisticamente significativa tra condizioni di innevamento e flussi turistici invernali, suggerendo potenziali perdite economiche dovute ai cambiamenti climatici, specialmente nelle località a bassa quota o con esposizione sfavorevole.